Come si percorrevano le lunghe distanze
Sulle strade extraurbane i Romani usavano diversi tipi di carro a secondo del tipo di trasporto.
Per il trasporto di merci
l'utilizzo dei carri era generalizzato; il carro più diffuso era detto plaustrum o plostrum. I
carri avevano quattro ruote in legno pieno dello spessore di diversi centimetri, di cui le
anteriori più piccole, ed un robusto pianale in tavole con due fiancate per contenere il carico.
L'asse anteriore poteva ruotare su un perno per affrontare le curve.
L'esercito usava un carro standard detto carrus, il cui uso era regolamentato nell'ambito del
cosiddetto cursus clabularis, il servizio di trasporto di merci e persone utilizzato
dall'esercito sulle lunghe distanze. Questo carro viaggiava al seguito delle legioni,
trasportandone gli impedimenta, cioè i bagagli.
Per il trasporto di persone, esistevano diversi tipi di calessi e carrozze. Cisium ed essedum
erano calessi di piccole dimensioni a due ruote, molto antichi; trainati da un cavallo,
portavano solo due persone senza bagaglio, erano quindi adatti solamente a brevi
percorsi. I cisia, veloci e leggeri, erano i calessi più comuni disponibili per il
noleggio, e venivano affittati dai cisarii, che avevano sede alle porte delle città, poiché la
Lex Iulia Municipalis del 45 a.C., applicata prima a Roma e poi estesa alle principali città
vietava, con poche eccezioni, di introdurre veicoli in città nelle ore diurne.
Sulle lunghe percorrenze il mezzo più diffuso era la raeda (o rheda), una carrozza a
quattro ruote e con un pianale con alte sponde, sul quale venivano montati dei sedili. Ogni lato
aveva uno sportello per entrare. La raeda portava quattro persone con i loro bagagli, fino al
massimo peso legalmente consentito di 1000 libbre. Veniva tirata da una muta di buoi, muli o
cavalli, e poteva essere coperta con un telo in caso di cattivo tempo.
Simile alla raeda era la carruca, antenata delle diligenze usate per il trasporto pubblico molti
secoli dopo, che portava fino a sei persone ed era coperta da un tendone, probabilmente in
pelle; anche il posto del conduttore era protetto dalle intemperie. Una versione, detta carruca
dormitoria, era attrezzata per consentire ai passeggeri di dormire durante il viaggio in modo
relativamente confortevole.